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Preferenze sulla privacy

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Clickbait perché è sbagliato

Clickbait (o clickbaiting, tradotto "esca da click"), in italiano acchiappaclick, un contenuto web che vuole attirare il maggior numero di click, per generare rendite pubblicitarie online. E' un sistema vecchio e soprattutto sbagliato e in questo articolo ne parleremo.

Un tempo era efficace per chi usava piattaforme per guadagnare sui click. Oggi ci sono almeno tre motivi per abbandonare questa pratica.

 

1. Dal punto di vista SEO (Search Engine Optimization), sappiamo che i principali motori di ricerca, adottano strumenti molto complessi e performanti, in grado di verificare la qualità dei contenuti. Esistono algoritmi che leggono i contenuti testuali e multimediali. Ad esempio una macchina è in grado di capire se il contenuto è pornografico o sensibile ad un pubblico minore.

Se inserisci un titolo, il contenuto deve rispondere a quel titolo, altrimenti è penalizzato. Un tempo si usavano le parole chiavi, nei metatag. Cioè si inserivano delle parole, che erano molto ricercate nel web, per recuperare traffico. Molto spesso quelle parole non erano pertinenti e non avevano nulla a che fare con quel contenuto.

Per questo nel tempo si sono affinati i sistemi, fino ad arrivare all'attuale tecnologia AI (Artificial Intelligence), in grado di verificare la pertinenza tra titolo, paragrafo, testo e immagini. La lunghezza delle frasi e dei periodi.

Inoltre gli algoritmi verificano anche il comportamento degli utenti rispetto ai contenuti, a conferma della qualità, cioè se considerata positiva o meno.

Questo rende necessario produrre contenuti sempre più curati, che rispondano più alle logiche di qualità e pertinenza, piutosto che quelle di traffico.

 

2. Dal punto di vista SMM (Social Media Manager), sappiamo che anche i social stanno restringendo di molto la possibilità d'introdurre contenuti clickbait, perché vogliono migliorare la qualità dei propri contenuti ed evitare che ci siano solo chi sfrutta il traffico senza portare alcun apporto qualitativo al social.

I social vivono anche di pubblicità, ma se questa diventa non pertinente, dispersivo e sopratutto fraudolento è solo fastidiosa. Quindi anziché perdere utenti che producono traffico ed interesse, preferiscono rinunciare a dei clienti che lo fanno perdere.

Questo rende quindi sempre più importante conoscere gli strumenti e le piattaforme in cui s'investe altrimenti di spreca tempo e denaro prezioso. 

 

3. Dal punto di vista UTENTE. Quando si naviga o in un social o su di un motore di ricerca c'è sempre un motivo. Il principale in linea generale è cercare.

Chi cerca è come chi ha fame ed ha l'acquolina in bocca.

Quando finalmente prendi il boccone per avvicinarlo alla bocca è un momento carico di aspettative!

Quasi sempre conosci il sapore che stai per introdurre in bocca. Ma se mettendolo in bocca, non ha nemmeno il sapore che ti aspettavi o adirittura non ti piace, allora lo sputa immediatamente, non accettandone più dell'altro.

Per i contenuti ricchi di aspettative, che ti caricano di curiosità è lo stesso. Se alla fine si rimane delusi, penalizzi a prescindere tutto il resto.

I motori di ricerca ed i social, hanno compreso che questo tipo di delusione, penalizza in primis le loro piattaforme, per cui preferiscono rinunciare a quel tipo di contenuto.

 

Questo non significa che non si possa guadagnare dai click, dalla ricerca o dagli annunci sui social, ma piuttosto che se prima bastava creare solo dei contenuti, oggi è necessario dargli un'anima.

Perché molti libri, film, quadri ecc, sono dei successi?

Perché rispondono ad una esigenza complessa e varia, degli utenti che l'hanno reso un successo.

Per fare questo non si può essere superficiali ed approssimativi, ma è necessario dedicare tempo, qualità del proprio lavoro e cura dei particolari.

La qualità a tuti i livelli è percepita e di fatti quasi sempre premiata a ragione.